Il “percorso” di oggi è dedicato ad Ella Fitzgerald, che nella sua carriera ha saputo unire ad un talento vocale straordinario una determinazione senza pari.
La giovanissima Ella, la sera in cui partecipò al concorso per cantanti dilettanti organizzato dall’Apollo Theater di New York, non immaginava certo di diventare una delle stelle più luminose del Jazz e della musica popolare del ‘900: quasi 60 anni di carriera, 70 album pubblicati e venduti in 40 milioni di copie, 14 Grammy Awards vinti.
Naturalmente il concorso lo vinse: era il 1934 ed Ella Jane Fitzgerald, orfana dall’età di 14 anni, nata a Newport

Foto: archivio MCA
News nello stato della Virginia nel 1917, aveva appena 17 anni. Fu subito notata dal batterista Chick Webb, che dirigeva una delle più importanti ed affermate orchestre Jazz dell’epoca, che la ingaggiò come cantante solista nel 1935.
La qualità della voce dal timbro fresco e affascinante, l’energia, la scioltezza e la grazia con cui si esibiva decretarono immediatamente il successo di Ella che da allora Webb volle sempre al suo fianco sul palcoscenico. Registrò con l’Orchestra del batterista numerosi brani tra cui Mister Paganini (1936), che diventò velocemente una hit, facendo conoscere al grande pubblico le straordinarie doti vocali della giovane cantante.
Alla morte di Chick Webb nel 1939 la Fitzgerald assume la direzione dell’orchestra, che prende il nome Ella Fitzgerald and her Famous Orchestra (Baby, What Else Can I Do?, 1939) con cui la cantante lavorerà per due anni per poi proseguire la carriera come solista.

Ella e Luis Armstrong (Foto: Stern/Gilles Petard/ Collezione Redferns – Getty Images)
Le collaborazioni con singoli musicisti, piccoli gruppi e grandi orchestre furono nella carriera di Ella numerosissime: da Benny Goodman (Goodnight, My Love, 1936) alle orchestre di Duke Ellington (It Don’t Mean A Thing, 1965 ) e Count Basie, le formazioni in trio dirette dai pianisti Oscar Peterson (This Can’t Be Love, 1961), Ellis Larkins, Don Abney, Hank Jones, Tommy Flanagan (Them there eyes, 1965) , Jimmi Jones. Con Louis Armstrong instaura una collaborazione artistica che porterà alla registrazione di tre album, due di classici e standard del Jazz (Ella and Louis (1956); Ella and Louis Again (1957), da cui ascoltiamo: Dream A Little Dream Of Me, Autumn in New York) e uno dedicato all’opera Porgy and Bess di George Gershwin, realizzato nel 1957 (Summertime, It Ain’t Necessarily So).

Foto: Associated Press
Dagli anni ’50 si esibisce nell’ambito di tournée e di grandi festival organizzati negli Stati Uniti, Europa e Giappone. Registra, per la realizzazione degli album della serie Ella Fitzgerald sings the…..Songbook, i repertori di alcuni dei principali compositori e parolieri statunitensi della prima metà del novecento. Oltre a Jerome Kern, Richard Rodgers, Clyde Hart, Ella interpreterà anche:
- George e Ira Gershwin (The Man I Love, da Ella Fitzgerald Sings the George and Ira Gershwin Songbook, 1958)
- Cole Porter (Night And Day da Ella Fitzgerald sings the Cole Porter Songbook, 1956)
- Irving Berlin (Let’s Face The Music And Dance, da Ella Fitzgerald sings the Irving Berlin Songbook, 1958)
- Duke Ellington (In A Sentimental Mood, da Ella Fitzgerald sings the Duke Ellington Songbook, 1958).

Foto: Jan Persson/Getty Images
Nel 1960 Ella è in Sud America dove conosce le nuove proposte della musica brasiliana e si cimenta con i ritmi della Bossa Nova (Girl From Ipanema, 1965).
Nel 1965 si unisce all’orchestra di Duke Ellington con cui compie una serie di tournée e nel ’66, nell’ambito di un tour europeo, si esibisce a Milano in due memorabili concerti. Dalla metà degli anni sessanta alla metà dei settanta continua una frenetica attività di esibizioni dal vivo in tutto il mondo, spettacoli televisivi al fianco di grandi star della musica internazionale (Frank Sinatra ft. Ella Fitzgerald – The Lady Is A Tramp) e di registrazioni di album con (importanti musicisti Jazz e di altri generi musicali.
Ella nel 1983 (Foto: AP Photo/Julie Markes)
[…] Se agli inizi interpreta con rispetto i successi del momento, dal 1945, Ella si rivela una sorprendente improvvisatrice capace di praticare l’arte dello scat [potete ascoltarne un esempio in How High The Moon, eseguita dal vivo del 1966, con uno straordinario esempio di scat improvvisato dove la cantante cita musicalmente alcuni brani di generi diversi tra cui A Hard Day’s Night dei Beatles] e di rivaleggiare vocalmente con i migliori musicisti del momento, integrando nella sua esecuzione sia le scoperte del Bebop sia le formule della Bossa nova. Eclettica, Ella Fitzgerald è a suo agio nell’interpretazione di tutti i temi, dall’operetta al blues. La sua opera registrata copre l’insieme della canzone statunitense e del Jazz […] (Carles Philippe; Clergeat André; Comolli Jean-Louis, Dizionario del Jazz, Mondadori, Milano, 2008)
Purtroppo, a partire dal 1976, si verifica un peggioramento delle sue condizioni di salute, compromesse da una grave forma di diabete, che porterà Ella alla cecità e a doversi sottoporre a difficili ed invalidanti interventi chirurgici, costringendola a ridurre notevolmente l’attività professionale.
Nel 1987 le viene conferita dal presidente Ronald Reagan la più alta onorificenza statunitense nel campo delle arti e, nel 1990, il ministro francese della Cultura Jack Lang la nomina “Commandeur des arts et lettres”.
Muore nel 1996 a Beverly Hills.
Buon ascolto!
Le altre signore del Jazz:
Bessie Smith
Bille Holiday
Sarah Vaughan
Nina Simone
Immagine di copertina: Ella e Dizzy Gillespie (Foto: William Gottlieb/Collezione Redferns – Getty Images)