Oggi conosciamo un po’ meglio una artista di straordinario talento, in possesso di una tecnica vocale raffinatissima e di grande livello, che le ha valso l’epiteto “La Divina”.

Sarah Lois Vaughan nasce nel 1924 a Newark nel New Jersey, in una famiglia molto religiosa e amante della musica. La madre, lavandaia, canta in chiesa e il padre, carpentiere, suona la chitarra per diletto. Sin dall’età di sette anni prende lezioni di pianoforte e di canto. Frequenta la Chiesa Battista di Newark, dove suona l’organo, che ha studiato per due anni con l’organista della chiesa, il pianoforte e canta nel coro come solista.

Sarah nel 1945 circa (foto Metronome/Getty Images)

Nel 1943 partecipa ad un concorso per cantanti dilettanti organizzato dall’Apollo Theater di Harlem (New York), come dieci anni prima aveva fatto Ella Fitzgerald. Interpreta magistralmente il brano Body and soul  e l’esibizione le vale la vincita di un premio di dieci dollari e i preziosi consigli di Ella Fitzgerald, che in quel periodo è la star più applaudita dell’Apollo.

Tra il pubblico del teatro c’è il cantante Billy Eckstine – con il quale Sarah instaurerà un rapporto di amicizia e collaborazione professionale che durerà per il resto della vita (Sarah Vaughan e Billy Eckstine, Dedicated To You, 1949). Lui la segnala al pianista Earl Hines, che nell’aprile del ’43 la ingaggia come cantante e secondo pianista nella sua big band al fianco di musicisti del calibro di Charlie Parker e Dizzy Gillespie.

Sono gli anni del bebop, che rivoluziona la musica Jazz e le modalità dello swing; la Vaughan già nel 1944 lavora con i principali boppers , in una grande formazione creata da Eckstine di cui fanno parte, oltre ai già citati Parker e Gillespie (Lover man, registrata nel 1945 con Dizzy Gillespie e Charlie Parker): Dexter Gordon, Gene Ammons, Art Blakey, John Malachi.

Dopo alcune esperienze in diverse orchestre, intraprende un’attività indipendente e firma un contratto con la casa discografica Musicraft. La collaborazione con diversi importanti musicisti “inventori” del bebop, lancia in maniera definitiva la sua carriera, che travalica l’ambito degli appassionati di Jazz, arrivando ad interessare un pubblico molto più vasto.

L’album del 1954 “Sarah Vaughan with Clifford Brown” (EmArcy Records)

[…] Un’estensione eccezionale (che le permetteva, fra l’altro, dei salti di registro di una rara ampiezza, dal

grave da baritono a slanci da soprano lirico, ma anche abili e progressive transazioni) una padronanza dei mezzi fisici (in particolare, un perfetto controllo della voce che permette modulazione e dosaggi di volume di sonorità: quasi un growl (timbro vocale graffiato, ruvido) con effetto “a sordina”) e una tecnica (invenzione armonica e ritmica, scat virtuoso [come in Scat Blues, in un’esibizione live del 1969] ) la impongono come una delle prime grandi soliste e improvvisatrici bebop, qualità “strumentali” alle quali si aggiungono una completa evoluzione del vibrato e un’arte nell’elaborare i testi. Tutto questo spiega il successo di una cantante piena di charme: è senza dubbio la vocalist più completa e straordinaria del Jazz moderno. […] da Carles Philippe; Clergeat André; Comolli Jean-Louis, Dizionario del Jazz, Mondadori, Milano, 2008.

Sarah nel 1946, probabilmente al Cafè Society (foto di William P. Gottlieb)

Nel 1947 sposa il trombettista George Treadwell, primo dei suoi quattro mariti, che conosce sul palco del Cafè Society e che diventerà anche il suo manager (Tenderly è un brano registrato con la sua orchestra nel 1947). Nel 1949 firma un contratto con la casa discografica Columbia. Alla fine degli anni ’40 è diventata una vera e propria star internazionale e nel 1951 intraprende una tournée europea in Francia e in Gran Bretagna. In questo periodo si esibisce ed effettua registrazioni accompagnata sia da piccole formazioni (terzetti pianoforte, basso, batteria), che da big band e grandi orchestre (Moonlight In Vermont, registrata per la Mercury Records nel 1957 con la Count Basie Orchestra). Incontra e lavora con giovani musicisti che diventerann

Sara e Count Basie negli anni ’70 (foto Keystone-France/Gamma-Keystone – Getty Images)

o star e leggende della musica jazz come: Miles Davis (It Might As Well Be Spring, 1950), Clifford Brown (Lullaby of Birdland, September Song, 1954), Max Roach, Herbie Mann, Quincy Jones, Cannonball Aderley, J.J. Johnson. Negli anni ’60 e ’70 si esibisce anche con importanti orchestre sinfoniche o filarmoniche come quelle di Boston, Cleveland, Los Angeles e San Francisco.

Negli anni ’80 Sarah, soprannominata dai fans Sassy la divina, riceve tre importanti premi: nell’81 il premio Emmy per un suo special televisivo dedicato a George Gershwin; nel 1983 le viene assegnato

un Grammy come “Best Jazz vocal performance, female” per l’album Gershwin Live! (Gershwin Medley, 1982, con la Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da Michael Tilson Thomas); nel 1986 riceve il Grammy Award alla carriera.

Muore a sessantasei anni, per una grave malattia ai polmoni, nel 1990.

Le altre signore del Jazz:
Bessie Smith
Bille Holiday
Ella Fitzgerald
Nina Simone

(La foto di copertina ritrae Sarah nel 1955 ed è di James Kriegsmann)