Questa puntata è dedicata al genio di Muddy Waters, padre del Chicago Blues e ispiratore dei grandi gruppi musicali degli anni ’60-’70, primi fra tutti i Rolling Stones.
McKinley Morganfield nasce a Rolling Fork, nello stato del Mississippi, il 4 aprile 1913. La nonna, da bambino, gli dà il soprannome di Muddy Waters (letteralmente “acque fangose”), per l’abitudine del nipote di giocare lungo le limacciose rive del Mississippi.
Muddy, rimasto orfano di madre a soli tre anni, va a vivere con la nonna a Clarksdale, una delle città dove è nato e si è sviluppato il blues e li, già a nove anni, impara a suonare la chitarra e poi l’armonica. Da ragazzo lavora come raccoglitore nei campi di cotone e riesce a guadagnare qualche dollaro suonando a feste e cerimonie. Gestisce per un breve periodo un juke joint, locale frequentato esclusivamente da afro-americani dove si gioca d’azzardo, si balla e si ascolta musica blues e dove egli stesso si esibisce.
Registra alcuni brani negli anni ’40, ma le registrazioni non vengono pubblicate; saranno riscoperte e stampate su disco diversi decenni dopo. Decide di lasciare lo stato del Mississippi e di cercar fortuna a Chicago che sta diventando, nei primi anni ’50, uno dei centri di maggior sviluppo del Blues. Nella capitale dell’Illinois lavora come autista e di sera suona nei bar e in piccoli locali notturni. Conosce altri musicisti, tra cui Sonny Boy Williamson, che lo mettono in contatto con la casa discografica Chess Records, con la quale firma un contratto.
Da quel momento la carriera di Muddy ha una repentina accelerazione che in pochi anni lo porta a diventare uno dei più importanti musicisti blues di sempre. Adotta definitivamente in questo periodo l’utilizzo di strumenti elettrificati, sviluppandone e sfruttandone le potenzialità espressive e dando vita allo stile definito Chicago Blues che esprime, a differenza del Blues del Delta legato alla cultura rurale, le atmosfere urbane e le tensioni della grande città.
Registra per la Chess Records con una band composta da Little Walter all’armonica, Jimmie Rogers alla chitarra, Elga Edmonds (noto anche come Elgin Evans) alla batteria e Otis Spann al piano. Con la collaborazione del cantautore Willie Dixon crearono brani diventati leggendari tra cui: Hoochie Coochie Man, I just want to make love to you, I’m ready.Considerato in ambito musicale uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo, Muddy Waters è stato l’ispiratore della musica beat britannica degli anni sessanta, riferimento per gruppi come i Rolling Stones (il cui nome fu preso dal titolo di un suo brano) e Yardbirds.
La sua vita e quella della casa discografica Chess sono state raccontata nel film del 2008 Cadillac Records.
Muore nel sonno nella sua casa di Westmont (Chicago), il 30 aprile del 1983.
Proponiamo l’ascolto di una serie di brani di Muddy Waters registrati in periodi diversi della sua lunga carriera, tratti da esibizioni live e da vinili d’epoca:
- Rolling stone (Catfish Blues) eseguita al festival Jazz di Newport nel 1960
- Got my mojo workin’ in una registrazione dal vivo del 1966 per la trasmissione “Blues Masters” della Canadian TV, con una grande performance dell’armonicista James Cotton.
- Just want to make love to you: il brano, registrato per l’etichetta Chess Records da Muddy Waters negli anni ‘50, fu reinterpretato nei primi anni sessanta dai Rolling Stones, che possiamo ascoltare in una esibizione dal vivo di I just wanna make love to you by Rolling Stones.
- I’m ready, un classico del repertorio di Muddy Waters scritto da Willie Dixon, in una versione del 1977.
- Hoochie Coochie Man registrata ad un concerto del 1971. In Muddy Waters & The Rolling Stones – Hoochie Coochie Man (Live at Checkerboard Lounge), Chicago, 1981 lo stesso brano viene riproposto in un’esibizione che vede Muddy Waters sul palco con Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood dei Rolling Stones.
- Baby please don’t go in un video realizzato al Chicago Blues Festival nel 1981.
Buon ascolto.
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