Concludiamo questa carrellata natalizia di #percorsimusicali raccontandovi di come nel XX secolo la musica di Natale, grazie anche ai moderni mezzi di registrazione e diffusione del suono, sia stata eseguita e fatta conoscere da artisti grandi e piccoli, ognuno dei quali ha dato la sua impronta, creando una vasta tradizione interpretativa per questo repertorio musicale.
Uno dei primi brani ad essere inciso fu Jingle Bells, grazie alla produzione dei primi fonografi: nel 1898, l’Edison Male Quartet incise su cilindro di cera una scherzosa versione del popolare canto natalizio, assai più vicina a quella che conosciamo noi oggi, rispetto alla versione di Pierpont che abbiamo ascoltato la scorsa settimana.
Da quel momento Jingle Bells e gli altri canti natalizi furono i cavalli di battaglia dei migliori esecutori del’900: Bing Crosby, la voce di Natale per eccellenza, si “appropriò” nel 1943 del brano di Pierpont (qui la sua rielaborazione con le Andrews Sister); leggendaria la versione strumentale di Stille Nacht ad opera della tromba di Chet Baker; un’altra versione strumentale molto interessante è quella di Adeste fideles ad opera di Paolo Fresu. Altre mirabili incisioni natalizie furono quelle di Louis Armstrong, Glenn Miller, Nat King Cole.
Tu scendi dalle stelle è stato citato e interpretato da moltissimi artisti, tra cui Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Claudio Villa. Rimane tuttavia un capolavoro indimenticabile di comicità la versione arrangiata da Eduardo De Filippo in Natale in Casa Cupiello, dove Luca Cupiello, il figlio Tommasino e il fratello Pasquale storpiano il testo originale e inscenano una comica processione dei Re Magi portando in dono a Concetta i loro regali di Natale.
Naturalmente non ci si è limitati a reinterpretare i brani classici, ma si sono composte nuove melodie diventate subito popolarissime: Have yourself a Merry little Christmas, che proponiamo nella versione di Ella Fitzgerald, è un brano composto nel 1943 e cantato per la prima volta da Judy Garland nel film Incontriamoci a St. Louis. Dal testo di queste melodie è ormai evidente il distacco dai temi religiosi, a favore dell’invito a coltivare l’amore, la pace e la serenità familiare. Altri brani fanno cenno al Natale dei bambini, quello della magia, della sorpresa, dei regali: Santa Claus is coming to town è stato scritto nel 1932, e accanto alla versione originale eseguita dal comico Eddie Cantor nel 1934 vi proponiamo l’originalissima rielaborazione strumentale di Bill Evans e della sua band, registrata esattamente trent’anni dopo.
Molti artisti pop, ma anche cori e orchestre sinfoniche, hanno reso omaggio in anni recenti alla storica melodia di We wish you a merry Christmas, proponendo una loro versione. Da quelle più classiche di Enya, Celine Dion, Barry White, fino a quelle più sorprendenti, come la versione punk del gruppo giapponese delle Shonen Knife o quella indie rock della band statunitense dei Weezer. L’interpretazione più simpatica è però quella eseguita nel 1979 dal cantautore John Denver insieme ai personaggi dei Muppets, che potete ascoltare qui.
Un’opera moderna ispirata alle carole natalizie è invece A ceremony of Carols del compositore inglese Benjamin Britten (1913-1976). Si tratta di un’opera altamente suggestiva, composta originariamente per sole voci bianche e arpa e poi riadattata per coro di voci miste, che si ispira alla tradizione medievale delle carols, contaminate però dalle sonorità del gamelan balinese. Vi proponiamo l’ascolto di This little babe. L’opera completa è disponibile in rete, in varie esecuzioni, tra le quali vi consigliamo quella diretta da George Guest.
A tutti buon ascolto e Buon Anno nuovo!