Mostra fotografica di Riccardo Melzi, inaugurazione sabato 8 giugno ore 11 in biblioteca.
“È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”
Voltaire
Nella mia ormai non più brevissima “carriera” fotografica non mi era mai capitato di esporre un lavoro che non vertesse su una tematica specifica e perciò, dovendo contestualizzare una galleria di immagini che hanno come unico comune denominatore il tema del viaggio, mi sono trovato -lo confesso- a fare qualche piccola ricerca. Sconsiglio a chiunque voglia approcciare il tema di fare altrettanto: la varietà e la mancanza di univocità dei risultati sono sconcertanti. E quindi mi sono risolto a fare la cosa più scontata: scrivere brevemente delle mie motivazioni e della mia personale ricerca “in viaggio”.
Viaggio per me è ricerca di una realtà la più distante possibile dal mio quotidiano: questo è stato fin da subito il motivo più forte per viaggiare. Confrontarmi con stili di vita completamente differenti dal mio e vivere un autentico shock culturale sono i miei obiettivi, che mi spingono a partire, partire e ancora partire, in cerca di esperienze nuove, differenti e -almeno per me- sempre illuminanti. Capire che altri stili di vita sono possibili, persino nei contesti che noi occidentali consideriamo più estremi, è un bagaglio che a mio avviso possiamo acquisire solo attraverso il viaggio e il confronto diretto con le persone che vi si incontrano. E anche in questi contesti così “oltre” la nostra esperienza, ci sorprenderà osservare come le dinamiche dell’essere umano si ripetano sempre uguali a se stesse, prima tra tutte la curiosità per il “diverso”, per lo straniero bianco: una curiosità che genera sempre apertura, anche nelle culture che consideriamo più chiuse, e che immediatamente ci pone sullo stesso piano dell’altro e apre la possibilità di un dialogo, il più delle volte fatto solamente di sguardi e sorrisi (non parlo né il Farsi né il Pashtun e l’inglese, ahimè, è ben lungi dal rappresentare una reale lingua universale).
In un mondo che ci impone di essere più inclusivi, aperti e rispettosi delle altre culture, il viaggio -un viaggio di strada, tra la gente, lontano dal microcosmo dei villaggi vacanze- è forse lo strumento più potente di cui disponiamo per permetterci di sviluppare le competenze necessarie al confronto e al dialogo. Viaggiare e documentarsi sulle realtà che visitiamo sono due necessità imprescindibili, la comprensione passa sempre attraverso la mediazione culturale, ma non soltanto attraverso le letture: le occasioni di incontro con figure che possano aprirci una finestra sul loro mondo sono frequentissime, ed è sempre opportuno coglierle. Uscire dalla propria zona di sicurezza è scomodo e ci fa correre dei rischi, soprattutto sul piano emotivo, ma solo questa condotta può trasformare una semplice vacanza in un’esperienza indimenticabile. Ne usciremo cambiati e forse -questo è il mio auspicio- anche migliori.