Nella splendida cornice di Cascina Grande, la biblioteca ospiterà la giornalista e scrittrice Daria Bignardi che presenterà il suo ultimo libro “Oggi faccio azzurro“ (Mondadori)
Vi aspettiamo Giovedì 24 giugno alle ore 18
La prenotazione è obbligatoria
PRENOTA«Mi chiamo Gabriele, come l’arcangelo» aveva detto, «ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?»
Galla si chiama così in onore dell’imperatrice Galla Placidia: «Darmi quel nome è stato uno dei pochi gesti coraggiosi di mia madre».
Da quando è stata lasciata dal marito, improvvisamente e senza spiegazioni, passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone per sfuggire a un dolore insopportabile di cui si attribuisce ogni colpa. Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. «Da quando Doug mi ha lasciata sto bene solo dentro. Canto con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Anche io devo disintossicarmi.»
Cantare l’abbandono è un’arma a doppio taglio: da un lato, la maggior parte dei lettori solidarizza, si rispecchia […]; dall’altra c’è un’eco pericolosa, che rischia di far rispecchiare il lettore nell’egolatria e di allontanare dalla trama originaria. Nel nuovo Oggi faccio azzurro, Daria Bignardi rifugge questo rischio con ciò che sa fare molto bene: raccontare gli altri, e farlo con una sincerità per cui, alla fine del libro, ti sembra di aver conosciuto dal vivo i personaggi e, anzi, a volte sei proprio convinto di averne visto almeno uno. (Critica Letteraria)
Durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Galla, che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Ma quel giorno le sue opere «così piene di colore e prive di gioia» la ipnotizzano.
Da quel momento la voce di Gabriele entra nella vita di Galla: la tormenta, la prende in giro e intanto le racconta la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug.
Mentre il dialogo tra le due si fa sempre più animato, la strada di Galla incrocia quella di altri due pazienti di Anna Del Fante: Bianca, un’adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico. Le imprevedibili conseguenze di questo incontro potrebbero cambiare le vite di tutti e tre.
Con questo nuovo romanzo, dopo averci raccontato le declinazioni del dolore, Bignardi vuole anche suggerirci la combinazione per liberarcene: l’unico modo per uscirne, e quindi «fare azzurro», è riconnettersi con il cielo e con le altre persone. Che è come dire, con il mondo. (Vanity Fair)
Una storia irresistibile – a tratti comica e a tratti struggente – che mescola leggerezza e profondità, grazia e tenerezza, esplorando il nostro rapporto con il dolore, che è poi il nostro rapporto con noi stessi.
Daria Bignardi è nata a Ferrara e vive a Milano dal 1984. Nel 2009 ha pubblicato il memoir Non vi lascerò orfani (Mondadori), che ha vinto il premio Rapallo, il premio Elsa Morante, il premio Città di Padova. Sempre per Mondadori sono usciti i suoi romanzi Un karma pesante (2010), L’acustica perfetta (2012), L’amore che ti meriti (2014), Santa degli impossibili (2015) e Storia della mia ansia (2018), tradotti in molte lingue.
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Foto di Claudio Sforza